SOCIALE

La Società Nazionale di Salvamento (SNS) di Follonica è molto più di un semplice club di bagnini. È un’organizzazione profondamente radicata nella comunità, che si impegna quotidianamente per la sicurezza e il benessere dei cittadini, dimostrando una dedizione encomiabile sia in situazioni di emergenza che nella promozione di un’inclusione sociale concreta.

**Un faro di solidarietà durante il Covid-19:**

Durante l’emergenza sanitaria legata al Covid-19, la sezione di Follonica si è distinta per la sua tempestiva e generosa risposta. I volontari, con spirito di abnegazione, si sono prodigati nella consegna di mascherine e dispositivi di protezione individuale, contribuendo a contrastare la diffusione del virus e a garantire la sicurezza di tutti.

**Un mare accessibile a tutti:**

Ma l’impegno della SNS di Follonica non si limita alle emergenze. Durante la stagione estiva, l’organizzazione si dedica con passione all’inclusione sociale, offrendo un servizio prezioso alle persone con disabilità. Grazie alla presenza di personale altamente qualificato e preparato, la SNS accompagna queste persone a vivere l’esperienza del mare, altrimenti preclusa a causa della mancanza di assistenza continuativa e specializzata. Questo impegno concreto permette a chi ha difficoltà motorie o altre limitazioni di godere della bellezza e della serenità del mare, promuovendo la piena partecipazione alla vita sociale e ricreativa della comunità.

**Oltre il bagnino: un ruolo sociale fondamentale:**

L’esempio della SNS di Follonica dimostra come un’organizzazione di salvamento possa essere molto più di un semplice servizio di sicurezza in spiaggia. L’impegno costante dei volontari, la loro dedizione e la loro capacità di rispondere alle esigenze della comunità, rendono la SNS un punto di riferimento fondamentale per Follonica, un vero e proprio esempio di solidarietà, inclusione e responsabilità sociale. La loro presenza è un valore aggiunto inestimabile per la vita della cittadina, un simbolo di speranza e di impegno civile che merita di essere riconosciuto e apprezzato.

**Un futuro di impegno:**

La SNS di Follonica guarda al futuro con determinazione, pronta a continuare il suo prezioso lavoro a favore della comunità. L’impegno dei volontari, la loro professionalità e la loro passione rappresentano una garanzia per la sicurezza e il benessere di tutti, confermando l’importanza di questa organizzazione per la vita sociale di Follonica.

LA VERDESCA

LA VERDESCA

Lo squalo verdesca è pericoloso?

La verdesca è uno degli squali più diffusi al mondo e che di tanto in tanto si avvicina alla costa.

La verdesca, conosciuta anche come squalo azzurro o blu, è tra le specie più comuni e diffuse al mondo, anche nelle acque del Mediterraneo e in Italia. Appartiene alla stessa famiglia del grande squalo bianco, quella dei carcarinidi, e nuota principalmente nelle acque aperte e superficiali, spesso accompagnata dai pesci pilota con cui ha un rapporto simbiontico.

Di tanto in tanto si avvicina però alla costa, dove non di rado viene avvistata da bagnanti e imbarcazioni, per cui viene spontaneo da chiedersi: può essere pericolosa per l’uomo?

La verdesca (Prionace glauca) è uno squalo longilineo, con la testa molto appuntita ed estremamente agile che può raggiungere anche i 3,5 metri di lunghezza e pesare oltre 300 kg. Si tratta quindi di un predatore piuttosto grande e con una grossa bocca dotata di denti triangolari, obliqui e seghettati, come molte altre specie di squali. I margini dentellati aiutano lo squalo strappare la carne più facilmente, che di soli è però rappresentata da piccoli pesci e calamari.

È noto che le verdesche tendono a seguire le imbarcazioni e l’uomo incuriosite e attratte dai pesci, ciononostante sono squali poco aggressivi e abbastanza docili che di certo non riconoscono i bagnanti come una potenziale preda.

Solitamente, infatti, gli incontri con questi squali non rappresentano un pericolo se ci si trova vicino alla costa, poiché gli unici attacchi davvero confermati e noti in tutto il mondo sono sempre avvenuti in mare aperto.

Si tratta in ogni caso di eventi estremamente rari se non eccezionali, basta pensare che secondo l’Università della Florida tra il 1580 e il 2013 sono appena 13 gli attacchi di verdesca verificati, di cui solamente quattro rivelatisi poi mortali.

Come altri squali è dotato di numerosi denti triangolari e seghettati che possono causare ferite anche gravi

Con tutta probabilità, inoltre, come confermato da uno studio recentemente pubblicato sul Journal of The Royal Society Interface, gli squali mordono gli umani quasi sempre per sbaglio, scambiandoli per prede o, nel caso della verdesca, per capire se si tratta di qualcosa di commestibile. Quelli dello squalo azzurro sono quindi “morsi esplorativi” e non veri attacchi intenzionali, ma considerando la potenza del morso e i denti affilati le conseguenze possono essere molto serie.

Per cui sì, anche se si tratta di un’eventualità estremamente rara, le verdesche possono rappresentare un potenziale pericolo per l’uomo ma, capovolgendo il punto di vista, siamo certamente noi la vera minaccia per gli squali. Nelle nostre acque le verdesche hanno infatti subito un calo numerico spaventoso del 75% negli ultimi decenni, in particolare nello Ionio, mentre nell’Adriatico si riscontra un declino meno importante.

Prendendo in considerazione l’intero bacino del Mediterraneo il calo raggiunge addirittura il 97%, rendendo così la verdesca una delle specie di squalo a maggiore rischio estinzione nel Mare Nostrum. Anche se la pesca è ufficialmente vietata in Italia, le catture illegali o quelle accidentali e involontarie, il cosiddetto bycatch, sono purtroppo ancora molto numerose.

ANNEGAMENTO

ANNEGAMENTO

Cos’è l’annegamento e come avviene: capire per prevenire

L’annegamento è una delle principali cause di morte accidentale nel mondo. È un evento improvviso e spesso silenzioso, che può verificarsi in mare, piscina, fiumi o anche in poca acqua. Comprendere cosa accade realmente durante un annegamento è fondamentale per prevenirlo e intervenire tempestivamente.

Annegamento primario: quando tutto avviene in pochi secondi

L’annegamento primario si verifica quando una persona inala acqua nei polmoni. Spesso è causato da un incidente: crampi, corrente, panico o malore. Lo spasmo della laringe blocca le vie respiratorie e impedisce di respirare, causando ipossia, perdita di coscienza e rischio di morte in pochi istanti.

Silenzioso e rapido: i falsi miti sull’annegamento

L’annegamento non è come nei film: è silenzioso. La vittima non riesce a chiamare aiuto né a muoversi in modo efficace. I segnali sono sottili: sguardo perso, braccia ferme, posizione verticale. Riconoscerli è vitale per intervenire in tempo.

Annegamento secco: una condizione rara ma da conoscere

A volte lo spasmo laringeo continua anche fuori dall’acqua, impedendo la respirazione. Anche chi sembra stare bene subito dopo il salvataggio può peggiorare rapidamente. È essenziale tenere la persona sotto osservazione e chiamare i soccorsi se ci sono dubbi.

Annegamento secondario: quando i sintomi arrivano dopo

L’annegamento secondario si manifesta ore dopo aver inalato una piccola quantità d’acqua. Provoca infiammazione e accumulo di liquidi nei polmoni. Sintomi: tosse persistente, respiro corto, stanchezza, confusione. Se presenti, serve assistenza medica urgente.

Cosa fare in caso di annegamento

  • Chiama i soccorsi immediatamente (118 in Italia).
  • Metti in sicurezza te stesso prima di soccorrere.
  • Rimuovi la persona dall’acqua con cautela.
  • Valuta coscienza e respirazione. Se assenti, avvia la RCP.
  • Alterna 30 compressioni toraciche a 2 insufflazioni finché non arriva aiuto.

Prevenzione: la chiave per salvare vite

  • Non nuotare mai da soli o in acque non sorvegliate.
  • Sorveglia sempre i bambini, anche in piscina.
  • Evita tuffi in acque sconosciute o dopo pasti pesanti.
  • Non entrare in acqua sotto effetto di alcol o farmaci.
  • Indossa dispositivi salvavita in barca o sport acquatici.
  • Impara il primo soccorso e la rianimazione cardiopolmonare.

L’annegamento può avvenire in pochi secondi. Conoscere i segnali e agire con prontezza può salvare vite. Parlarne significa fare prevenzione.

ANNEGAMENTO SECONDARIO

ANNEGAMENTO SECONDARIO

Parliamo di annegamento.

Ma di un aspetto dell’annegamento molto più infimo e pericoloso di quello “classico”: l’ANNEGAMENTO SECONDARIO.

L’annegamento primario avviene immediatamente dopo aver inalato acqua nei polmoni e si manifesta subito dopo un incidente acquatico. In questo caso la respirazione della vittima si blocca per colpa dell’acqua inalata oppure per uno spasmo della laringe che chiude completamente le vie aeree. Ma tutto questo avviene subito!

L’ANNEGAMENTO SECONDARIO invece è un fenomeno che si manifesta anche molto tempo dopo l’incidente acquatico (anche 72 ore dopo). Praticamente l’acqua inalata si deposita nei polmoni e li vi rimane (senza causare all’inizio particolari problemi respiratori). Questo causa però una risposta del nostro sistema respiratorio che cercherà di espellere l’acqua. Se non trattato tempestivamente, questo processo (che può durare anche 72 ore) può portare ad edema polmonare.

I BAMBINI SONO I PIÙ ESPOSTI A QUESTO FENOMENO (per la particolare conformazione del loro sistema respiratorio).

Quindi se siete stati vittime di un incidente acquatico risolto senza particolari problemi, ma avete inalato acqua (anche poca), recatevi comunque in PS. Una semplice rx toracica può scongiurare gli effetti dell’ANNEGAMENTO SECONDARIO

COLPO DI CALORE

COLPO DI CALORE

COLPO DI CALORE

Il colpo di calore è provocato da condizioni ambientali di temperatura elevata (a partire da 35°C), ridotta ventilazione e, soprattutto, elevata umidità (maggiore del 60-70%) che non consentono all’organismo di disperdere il calore in eccesso tramite la sudorazione (termoregolazione) e di mantenere la temperatura del corpo intorno ai 37 gradi centigradi (37°C). Se, ad esempio, l’umidità è molto elevata, il sudore evapora più lentamente e il calore corporeo non viene eliminato come dovrebbe. Quando ciò accade, ad esempio durante le ondate di calore, la temperatura del corpo aumenta troppo (ipertermia) causando potenziali danni alla salute. L’ostacolo all’evaporazione del calore rende il caldo umido, a parità di gradi, maggiormente percepito rispetto al caldo secco.

Se nonostante tutte le precauzioni sopra descritte dovessero comparire uno o più disturbi (sintomi) come, ad esempio, malessere generale, elevata temperatura corporea (febbre), nausea, sete intensa, crampi, confusione mentale, svenimento è bene chiamare al più presto il proprio medico curante, la guardia medica o i numeri di soccorso sanitario (118).

Nell’attesa:

trasportare la persona in un luogo fresco e ventilato, distenderla con le gambe sollevate rispetto al resto del corpo, raffreddare il corpo e il capo, usando panni bagnati o immergere il corpo in una vasca di acqua fresca (ma non troppo fredda), mantenere calma la persona, perché l’ansia aumenta ulteriormente la temperatura, non strofinare il corpo con l’alcol, perché potrebbe raffreddarlo troppo rapidamente e provocare uno sbalzo termico pericoloso, fare bere acqua non troppo fredda a piccoli sorsi o bevande arricchite di sali minerali non somministrare farmaci per abbassare la febbre (antipiretici), senza aver consultato il medico